CONSAPEVOLEZZA
Sottovalutare
l’infezione, senza avere la consapevolezza della gravità della
malattia, conduce inevitabilmente a percorrere una strada, che alla
fine può portare a delle gravi complicazioni, che lasciano poche
speranze di sopravvivenza e che un trapianto non sempre riesce a
risolvere, a causa delle lunghe liste d’attesa e della compatibilità
per ricevere un "fegato nuovo".
Di conseguenza prima di giungere al trapianto epatico, si dovrà
tentare la "via" delle terapie adeguate, come lo sono
attualmente alcuni tipi d’interferone associati a diversi
antivirali (come la ribavirina); con questo "cocktail" si può
ottenere fino al 60-80% di guarigione; tenendo
comunque presente che, il trapianto non risolve il problema
dell'epatite C, in quanto dopo averlo effettuato sarà necessario
affrontare un trattamento antivirale, in quanto il virus C rimane
comunque presente nell'organismo infettando nuovamente il fegato.
Resta inteso che, coloro che non guariranno a fine terapia, potranno
notare durante i periodi di trattamento, un rallentamento della replicazione
virale, senza escludere l’opportunità di poter ripetere la cura, a
giudizio dell’epatologo o gastroenterologo di vostra fiducia,
che potrebbe condurvi alla futura completa guarigione.
Non bisogna infine dimenticare che la caratteristica di essere una
malattia asintomatica nasconde alcune insidie:
-
Non
sapere d’essere stato contagiato e quindi d’essere malato;
-
Sottovalutare
la gravità della patologia anche dopo la diagnosi;
-
Diventare
involontariamente "veicolo" d’infezione per il
prossimo.
Max
e Diana.
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