LA TESTIMONIANZA DI DAF
Il
mio nickname è Daf, sono di Catania e
questa è la mia storia: a 16 anni sono partito volontario per la Marina Militare
e
mi sono congedato dopo 7 anni, in
quanto non avendo mai conosciuto la vita esterna da civile, non
conoscevo tutto lo schifo che c'era nella vita civile.
In quel lungo periodo, conobbi tantissime persone
ognuno con le proprie idee e paranoie, così iniziai a fumare i
classici spinelli per poi passare a cose più
pesanti, di cui potete immaginare e che mi hanno lasciato il segno. Così da buon ex
tossicodipendente, penso di essermi beccato l'epatite C.
Me ne accorsi solo nel 1990-91 in quanto, dopo una richiesta di donazione di sangue, mi dissero che avevo le transaminasi
alte e di farmi controllare. Inizialmente non ci feci caso, ma
dopo circa 2 anni mi vennero in mente le parole che mi dissero al centro
prelievi, così le ripetei al mio medico curante.
Da quel momento, iniziai i vari controlli e scoprii
che avevo contratto l'epatite A e
C.
Mi
preoccupai moltissimo e mi ritrovai ad essere "sballottato" da un medico
all'altro fino ad incontrare un dottore assistente di un noto
professore, che mi eseguì privatamente una ecografia e mi diagnosticò anche
delle cisti al fegato, (di tipo echinococco)
spiegandomi che furono causate dal contatto con cani infestati da questi germi
e dopo circa 2 ore, mi disse invece, che si era sbagliato. Quindi, a suo parere l'unica cura che mi poteva
prescrivere, era una dieta e delle
fleboclisi, oltre ad una terapia farmacologica a base di "normali"
compresse, mi prescrisse anche delle iniezioni per
disintossicare il fegato, con la speranza che se le transaminasi si
fossero abbassate non sarebbe stato necessario il ricorso alla terapia
interferonica.
All'inizio, feci la cura per un certo
periodo, poi al secondo controllo non ci volli più andare,
perché mi fece prendere uno bello spavento con quella sua diagnosi. Così, fui indirizzato all'ospedale G. di Catania, dove, grazie ad alcune amicizie, una
dott.ssa mi assistette in day
hospital, nel reparto di medicina interna e mi fecero la biopsia, che diede il
seguente risultato:
"epatite cronica HCV attiva correlata".
Il primo semiquantitativo risale ad aprile 1999: - HCV PCR
semiquantitativa 1.000.000 di copie;
- HCV PCR genotipo 4;- Anti HCV(conferma) positivo; - C100 peptide 5;
- 1 peptide 4+; - C33c 4+ score; - C22 peptide 4+ score;
- Ns5 4+ score;- Superossidodismutasi neg; - Lkm, ana, ama, asma negativo;
- Transaminasi: ast 46, alt 79, ggt 35;
e tantissime altre analisi, infine il referto della biopsia gastrica fu: gastrite superficiale
attiva dell'antro e del corpo in atteggiamento follicolare.
Positiva la ricerca dell'helicobacter pylori.
Nei mesi seguenti ripetei gli
esami delle transaminasi che risultarono essere elevati ed "altalenanti":
Il 19/7/99 ast 68,
alt 104, e ggt 63; Il 13/9/99 ast 38, alt 51, e ggt 33;
L' 11/3/2000 ast 39, alt 57, ggt 43 e addirittura il
27/4/2000 ast 179, alt 391, e ggt 93.
L'8/3/2000 i marker della ferritina
arrivano a 223 alfa feto 4.8, cea 0.1, ast 140, alt 315, ggt 93, HCV RNA con metodica
PCR POSITIVO e HCV PCR semiquantitativa 220.000 ui/ml.
In questo
periodo mi fecero iniziare la terapia interferonica e feci circa 250 iniezioni di solo interferone, ma appena
smisi, nell'ottobre del 2000 le transaminasi
furono le seguenti: ast 25, alt 27, ggt 24, HCV-PCR semiquantitativa non
rivelabile e così rimase per tutto l'anno 2001. Prima dell'estate del 2002, ci fu
una "ricaduta" con una ripresa di transaminasi fortemente elevate, addirittura a
410 ecc.... La dott.ssa dell'ospedale di Catania, per
motivi che preferisco non spiegare, non mi
volle più visitare e di conseguenza andai alla ricerca di un
nuovo centro anche perchè, degli amici romani che erano in
cura a Roma, si meravigliarono del fatto che nonostante la positività all'epatite e la terapia
interferonica intrapresa, non mi avessero mai fatto una biopsia al fegato!!
Il 18 settembre 2002 andai a Roma
e da quel momento iniziai una lunga attesa snervante per un ricovero
presso di loro, per subire la "famosa" biopsia epatica. In questi mesi, mi è venuta la depressione più nera.
Le uniche medicine che mi fanno prendere in questo periodo, sono una mezza compressa di
vasuretic, dato che mi hanno diagnosticato l' ipertensione arteriosa. Finalmente dopo tante telefonate
e speranze di essere chiamato a Roma per la biopsia,
il 9 gennaio 2003 sono giunto all'ospedale Umberto I di Roma ed ho
subito una dolorosa biopsia epatica, non durante il
prelievo, perché è stato in quel momento solo fastidioso,
ma subito dopo mi è comparso un forte dolore nevralgico alla
spalla destra, che mi ha dato sofferenza per qualche
giorno ed inoltre ogni tanto provo qualche doloretto al fianco, ma la cosa
che più mi ha impressionato è
stato il ritrovarmi da solo in un ospedale di un'altra regione, insieme a tanti malati purtroppo
già cirrotici
e questo mi ha creato dispiacere e ansia per loro e per il mio futuro.
Ora, attenderò l'esito di questa tanto sospirata biopsia, per la quale mi è stato detto occorreranno circa 10/12 giorni.
Dopo la biopsia effettuata dall'equipe romana, in data 16/01/2003 i risultati furono i seguenti:
epatite cronica attiva hcv con diagnosi di ECA ( ik 7+3=10) la ricerca del virus c ( replica virale 9180 vi/ml e genotipo 1) e
per tale motivo mi sottoposero a terapia antivirale a base di interferone e poichè in precedenza feci già
2 cicli di interferone con esito regolare o quasi, mi fecero iniziare la terapia:
una iniezione settimanale di peg -intron 80 mg. e 6
cp. di
ribavirina al giorno + 1 cp. di rovigon.
Vi lascio immaginare come cambiò la mia vita, a parte i consueti effetti collaterali conosciuti da tutti coloro che
intraprendono questo tipo di terapia, a me diede molti problemi a livello emotivo e caratteriale, divenni talmente
aggressivo che un giorno, preso dalla rabbia spropositata, ho addirittura stretto il collo ad un infermiere di
un ospedale
catanese e per poco non mi beccai pure una denuncia. Inoltre riuscii persino a litigare con mia moglie, che amo
moltissimo ed ho rischiato la separazione (lei era già sul punto di farsi la valigia e andarsene)
senza contare che trattai male persino i miei figli che in realtà adoro ed anche la mia attività
lavorativa ne ha risentito: rischiai di fare a botte con un mio collega, che aveva
commesso
un futile errore lavorativo, insomma diciamo pure che persi completamente "la testa" e il mio
equilibrio psico-emotivo.
Improvvisamente però mi riempii di strane vescicole per quasi tutto il corpo e oltre a dirlo a
Max e Diana, chiamai la dott.ssa romana, l'epatologa di mia fiducia, che mi sta seguendo e dopo
soli 45 gg. di terapia, mi disse di ritornare a Roma per un controllo e
dopo accurata visita
mi venne sospesa la terapia, per sopraggiunta grave reazione allergica.
La cosa incredibile fu che da quel momento il test dell' HCV-RNA risultò essere negativo
e dal 24 maggio 2003 continuo a rimanere negativo.
Verso settembre però un improvviso dolore in regione epatica, mi costrinse ad andare al p.s.
dell'ospedale della mia città, dove non mi fecero nemmeno una ecografia o gastroscopia e mi
rimandarono a casa, con la diagnosi di: "indigestione", poi parlandone sempre con Diana e Max e
infine al telefono con l'epatologa romana, decisi di ritornare a Roma, per comprendere
la
ragione dei miei dolori. A Roma, dopo accurata ecografia epatica, evidenziarono che la mia
colecisti (cistifellea) era piena e strapiena di calcoli che necessitavano di asportazione
chirurgica abbastanza urgente, così il 3 ottobre 2003 venni operato ed ora sto bene, mi sono
ripreso quasi subito ed ora rimango in attesa di riprendere la nuova terapia
interferonica, perché l'epatologa romana, nonostante abbia notato la mia negatività da parecchi mesi ha ribadito
che sarebbe opportuno riprendere con una nuova terapia in modo da negativizzarmi definitivamente,
per evitare eventuali future recidive. Mi viene spontaneo, dopo tutto ciò che mi è capitato, far sapere a tutti gli amici catanesi che
leggeranno questa mia testimonianza, di fare attenzione alle "diagnosi" fatte in modo troppo
"superficiale", dai medici ospedalieri nostri concittadini, perché è allucinante che, con i dolori
che
mi ritrovavo, che inizialmente facevano sospettare una forte gastrite, a loro dire era invece
tutto nella norma e non si degnarono di farmi nemmeno un'ecografia, dove avrebbero
sicuramente scoperto la moltitudine di calcoli che mi si erano improvvisamente formati, dato che
in realtà risultò poi essere una forte colica epatica. Veramente pazzesco!!!
Ringrazio Dio e gli amici di Help EpatiC per il supporto morale ed i consigli datomi all'epoca
che non sapevo più come fare e agire,
ringrazio Diana per il supporto psicologico e per avermi
spiegato che tutti gli "strani" sintomi e comportamenti "aggressivi" e bizzarri erano causati
dagli effetti collaterali
della terapia e
ringrazio la dott.ssa romana, mia epatologa che
ha compreso subito, già telefonicamente i vari problemi che mi erano sorti.
Attualmente risulto essere negativo e spero di esserlo ancora per i prossimi 100 anni, con l'aiuto di Dio!
Daf.
N.d.R: il friend Daf risulta
essere un pregresso epatitico ed è attualmente un
moderatore volontario del nostro forum.
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