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FEGATO E CALCOLI

La bile è la risultante di un delicato equilibrio fra le sue diverse componenti (acqua, acidi e sali biliari, lecitina, colesterolo, pigmenti biliari).
Quando l'equilibrio si rompe, per la prevalenza ora dell'uno ora dell'altro elemento, si formano facilmente dei calcoli.
Questi si situano soprattutto nella colecisti o, più raramente, negli altri condotti biliari.
Nel 20% dei casi si formano CALCOLI PIGMENTARI: questo succede quando, per svariati motivi, si ha nell'organismo una forte emolisi (cioè la distruzione di moltissimi globuli rossi).
Nel rimanente 80%, i calcoli sono formati da COLESTEROLO.
La presenza dei calcoli nella cistifellea è spesso una scoperta casuale fatta durante indagini eseguite per altri motivi: frequentemente i calcoli non danno segnali della loro presenza.
Altre volte, invece si accusano: gonfiori addominali, difficoltà digestive, lingua patinata, dolori mal definiti in regione epatica.
I meccanismi esatti attraverso i quali si formano i calcoli colesterolici, non sono ancora del tutto chiari, ma si sono evidenziati dei fattori di rischio, alcuni facilmente eliminabili, altri meno:

  1. l'obesità;
  2. una dieta ricca di grassi animali (colesterolo)
    e di zuccheri raffinati;
  3. la carenza di fibre nella dieta e la conseguente stitichezza;
  4. gli ormoni estrogeni (caratteristici del sesso femminile);
  5. alcuni interventi chirurgici o condizioni patologiche intestinali che
    provocano difficoltà nel riassorbimento degli acidi biliari;
  6. l'età avanzata (dai 40/50 anni in poi);
  7. le gravidanze ripetute;
  8. alcuni farmaci (clofibrato, colestiramina...)

Tipicamente quindi la persona con calcoli nella cistifellea è una donna, obesa, di circa 40/50 anni, che ha avuto numerose gravidanze.
La formazione dei calcoli biliari non è certamente un fatto inevitabile (come ogni tanto si sente dire) ma dipende, in assenza di influenze genetiche che pure esistono, in gran parte da fattori dietetici; la dieta in grado di favorire la formazione dei calcoli è esattamente quella usuale nei paesi industrializzati occidentali, caratterizzata dall'abbondanza di proteine e grassi animali, dalla presenza massiccia di alimenti raffinati (sale, zucchero, farinacei) e dalla riduzione cospicua di prodotti di origine vegetale (verdure, legumi).
Mai come in questo campo è necessaria la PREVENZIONE, innanzitutto modificando abitudini distorte a favore di una alimentazione sana.

fonte: dott.ssa Silvia B. (dietologa e nutrizionista clinico ospedaliero - deceduta nel 2004)

 
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Aggiornato al 29 agosto 2014