INCIDENZA DELLA FIBROSI EPATICA IN
MALATI CON STEATOSI
Una predisposizione
genetica è alla base della possibilità di sviluppare una fibrosi
epatica grave in presenza di un danno cronico al fegato come la
steatosi, il cosiddetto fegato grasso che è oggi in tutto il mondo la
principale causa di malattie croniche del fegato. Lo dimostra uno
studio pubblicato nel numero di luglio della rivista Gastroenterology.
Coordinata dal prof. Day e dalla dottoressa Reeves dell'Università di
Newcastle, la ricerca ha riguardato un'ampia popolazione (400 pazienti
affetti da steatosi in diverse fasi della malattia) e ha evidenziato
che i fegati più infiammati mostravano un'aumentata espressione del
fattore di trascrizione chiamato KLF6, una proteina-interruttore che
regola diversi processi biologici, compresi i processi che danno luogo
alla fibrosi epatica. Allo studio hanno collaborato negli Stati Uniti
la Mount Sinai School of Medicine di New York e per l'Italia i
ricercatori Luca Miele e Antonio Grieco dell'Istituto di medicina
interna dell'Università Cattolica di Roma assieme a colleghi delle
Università di Torino e dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Fino a poco tempo fa, a provocare le epatopatie erano soprattutto i
virus dell'epatite C, dell'epatite B, e naturalmente l'alcol, ma con
l'aumento dell'incidenza di obesità e diabete, il fegato grasso è
diventato la principale causa di danno epatico.
"La steatosi è causata da un eccesso di flusso di grasso nel fegato
che si verifica soprattutto nelle persone obese, in coloro che hanno
una resistenza alla azione dell'insulina e nei pazienti con diabete
e/o con sindrome metabolica", spiega Antonio Grieco. "Il fegato -
descrive il ricercatore - si infarcisce di grasso: in questo modo si
attivano processi infiammatori che a loro volta fanno scattare dei
meccanismi riparativi delle cellule epatiche. Ciò provoca la
formazione di una specie di cicatrice che può portare a fibrosi
epatica, una malattia che altera la funzionalità del fegato. A sua
volta, la fibrosi potrebbe degenerare in cirrosi epatica, una lesione
permanente del fegato. E la cirrosi comporta una serie di
complicazioni, fra cui anche il tumore". La malattia incide sui costi
del servizio sanitario sia per i costi dell'ospedalizzazione e degli
esami, sia per l'eventuale necessità futura di trapianti di fegato.
L'iter che porta fino alle estreme conseguenze la steatosi richiede un
rilevante numero di anni (fra i trenta e i quaranta), è cioè molto più
lungo di quelli necessari per la storia naturale di una malattia come
l'epatite C. L'allarme è fondato però sul fatto che con la crescita
del numero di bambini obesi cresce anche l'incidenza della steatosi.
"Il punto importante - dice ancora Miele - è che la storia naturale
della malattia non è uguale per tutti: esistono fattori genetici che
possono accelerare il decorso della malattia mentre il numero delle
persone che da una steatosi arrivano a una fibrosi e a un cancro è
meno di un quarto". Con lo studio pubblicato da Gastrenterology, il
primo che identifica su una ampia popolazione un chiaro fattore
genetico per spiegare la progressione della steatosi in fibrosi grave,
conclude il dott. Miele, "l'equipe internazionale di ricercatori ha
dimostrato che un difetto nel gene che regola l'espressione della
proteina KLF6 riduce il rischio di una fibrosi grave. Se al gene
difettoso infatti corrisponde una fibrosi meno sviluppata, significa
che il gene è coinvolto in qualche modo nella progressione della
malattia".
Fonte: AGI Salute - 18/08/2008. |