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[Il trapianto di fegato]

IL TRAPIANTO DI FEGATO

E' una procedura tecnicamente difficile, ma oggi viene considerato una terapia fattibile e adeguata in alcuni tipi di epatopatia avanzata.
Le probabilità di sopravvivenza per molti anni dopo il trapianto di fegato stanno aumentando.
La possibilità di un trapianto deve essere presa in considerazione solamente in soggetti che presentino un' epatopatia pericolosa per la vita o fortemente debilitante.
Tuttavia, se il processo morboso è in uno stadio molto avanzato, difficilmente il paziente sopravvive all'intervento.
Occorre valutare la probabile durata della sopravvivenza e la qualità della vita con e senza intervento.
Negli adulti, miglior risultati si ottengono nelle terapie della cirrosi epatica avanzata e in individui affetti da epatite cronica attiva di vecchia data o da cirrosi biliare primitiva.
Nell'insufficienza epatica acuta è talvolta difficile avere a disposizione un organo al momento opportuno; tuttavia, pazienti affetti da insufficienza un po' meno grave sono stati sottoposti con successo al trapianto.
Gli individui affetti da cancro epatico primitivo vengono raramente considerati adatti al trapianto, dato l'elevato rischio di recidiva del tumore e quindi, di insuccesso.
I pazienti che vengono messi in lista di attesa, al ricevimento di un organo, firmano un modulo legale nel quale danno il loro assenso al ricevimento di un organo umano e per il quale si impegnano a sottoporsi a visita psicologica prima dell'intervento e anche a rimanere in terapia psicologica da 6 mesi a 1 anno dal ricevimento dell'organo.
COME VIENE ESEGUITO:
L'organo viene prelevato da un individuo di cui sia stata dichiarata la morte cerebrale ma con un fegato ancora sano.
Il fegato può essere conservato in una soluzione fisiologica fredda per alcune ore.
Si esegue l'anestesia generale e si incide l'addome.
Viene prelevato il fegato malato e al suo posto si trapianta l'organo proveniente dal donatore, ricollegando i principali vasi sanguigni e il dotto biliare comune del fegato trapiantato con quelli dell'organismo ricevente.
PERIODO DI CONVALESCENZA:
Il paziente deve trascorrere i primi giorni dopo l'intervento in un'unità di terapia intensiva. Per ridurre il rischio di rigetto, si somministrano immunosoppressori, soprattutto ciclosporina, un farmaco che ha ottenuto notevole successo in questi ultimi anni.
PROGNOSI:
In alcuni casi si verifica rigetto e l'unica possibilità di salvezza è allora rappresentata dall'esecuzione di un secondo trapianto.
Oggi, la sopravvivenza ad un anno è di circa dell'80% questo significa che più la metà dei malati sottoposti al trapianto di fegato sopravvive per 5 anni.
La qualità della vita è generalmente ottima e la maggior parte dei pazienti torna ad un'esistenza pressochè normale entro alcune settimane dall'intervento.
In conclusione, il trapianto rappresenta una possibilità concreta per tornare a una vita qualitativamente migliore, in attesa che i progressi scientifici rendano disponibili fegati di animali resi compatibili con l'uomo mediante manipolazioni genetiche (in modo da risolvere il problema della disponibilità degli organi per tutti i pazienti che ne abbiano bisogno), la politica più utile per i pazienti è quella di cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica alla donazione degli organi, di selezionare il più accuratamente possibile i candidati al trapianto e di seguire attentamente i pazienti nel post-trapianto in modo da evitare la perdita di organi già trapiantati per complicanze evitabili o curabili.
Si rammenta che il virus HCV essendo presente nel sangue, possa re-infettare il nuovo fegato, con un ritorno di positività all'epatite C, quindi, dopo il trapianto epatico, non si esclude la possibilità di effettuare un nuovo ciclo di terapia interferonica.


Fonte argomento: enciclopedia medica "La Repubblica".

 
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Aggiornato al 28 agosto 2014