VACCINAZIONE SPERIMENTALE PER L'HCV
L'infezione da
virus dell'epatite C (HCV) è ampiamente diffusa ed è ritenuta la
principale causa di epatite cronica e tumore del fegato in molte
regioni del mondo. In considerazione di ciò è auspicabile che un
vaccino efficace sia al più presto disponibile. Vi sono tuttavia
alcuni problemi che rendono la sua realizzazione estremamente
difficile.
Infatti, l'HCV è capace di mutare rapidamente, in modo tale da
sfuggire alla sorveglianza esercitata dal nostro sistema immunitario.
In questo potrebbe essere paragonato a un malvivente in grado di
sfuggire alla polizia perché abile nel travestirsi. Questa proprietà
del virus fa sì che il nostro sistema immunitario è solitamente
incapace di eliminarlo, così che la guarigione spontanea è molto rara.
Questo non significa che il nostro organismo non possa generare una
risposta immune virus specifica, ma che è piuttosto difficile formare
una immunità protettiva nei confronti di tutte le varianti o, se
vogliamo utilizzare l'esempio del malvivente ricercato dalla polizia,
di tutti i “travestimenti” utilizzati dal ricercato.
Un altro stratagemma utilizzato da HCV per eludere la sorveglianza
immunitaria è quello di usare alcune sue componenti (proteine) per
inibire la risposta immunitaria dell'ospite, come la proteina core,
che “paralizza” i difensori della nostra salute.
Come si può notare ci troviamo di fronte a un microrganismo che nel
corso dei secoli della propria esistenza ha sviluppato un sistema
difensivo estremamente efficace, al punto di rendere difficile lo
sviluppo di un vaccino tradizionale sufficientemente protettivo.
È stato prodotto un vaccino sperimentale costituito dalle proteine
dell'involucro esterno del virus. Questo vaccino si è rivelato non
tanto efficace nel ridurre le infezioni (è stato utilizzato il modello
dello scimpanzé), quanto nel ridurre la percentuale di infezioni che
evolvono in malattia cronica del fegato. Questo vaccino verrà
impiegato nei prossimi anni in popolazioni a rischio come i
tossicodipendenti attivi, o in regioni in cui l'infezione da HCV è
molto frequente nella comunità (è il caso dell'Egitto, per esempio).
La speranza, se non è possibile raggiungere la completa protezione, è
che si possa evitare almeno la pericolosa cronicizzazione
dell'infezione. Per quanto riguarda l'immunizzazione completa, quest'ultima
potrà forse essere ottenuta con modalità di vaccinazione innovative
che stimolino non soltanto la produzione di anticorpi, ma anche
l'immunità cosiddetta “cellulare”, costituita da linfociti T
citotossici che sembrano essere più efficienti degli anticorpi nel
contrastare l'infezione da virus dell'epatite C.
Prof. Mario U. Mondelli
Professore Ordinario di Malattie Infettive
Università degli Studi di Pavia
IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia Fonte:
Pagine mediche.it (12/02/08).
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